Alla scoperta dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso
Oggi ti porterò in un luogo incantevole, incastonato tra le rocce del Lago Maggiore: l’Eremo di Santa Caterina del Sasso. Se non hai mai sentito parlare di questo posto, non sei il solo! Anche io, prima di visitarlo, non conoscevo questa meraviglia lombarda. Per me, il lago ha sempre avuto un fascino misterioso, un po’ come un tesoro nascosto che si svela solo nelle giornate nebbiose. Così, spinto dalla curiosità, mi sono avventurato in questo angolo d’Italia, immaginando di trovarmi in un luogo poco frequentato. Ma, con mia sorpresa, ho trovato una folla di visitatori, tutti con la stessa voglia di esplorare questo straordinario eremo.
Quando sono arrivato, era quasi ora di pranzo e ho dovuto parcheggiare la mia auto in una stradina di campagna, vista l’affluenza. Prima di entrare nell’eremo, mi sono trovato in una piazzetta vivace e soleggiata, piena di gente e locali accoglienti. Le foto di personaggi sportivi locali, come Gigi Riva, mi hanno fatto sentire parte di una comunità di campioni. Dopo aver pagato il biglietto d’ingresso di 5 euro e superato i moderni tornelli, ho iniziato la discesa lungo una scalinata che sembrava non finire mai, affacciata sul Lago Maggiore. Gli scalini erano tanti e un po’ faticosi, ma la vista che si apriva a sinistra era semplicemente mozzafiato, simile a un mare calmo che racconta storie di un paesaggio sereno e affascinante.
Durante la discesa, un pergolato in legno adornato da fiori di glicine ha catturato la mia attenzione. Chiedendo informazioni ai turisti intenti a scattare foto, ho scoperto che questo delizioso fiore è originario della Cina e in primavera sprigiona tutta la sua bellezza. Continuando il percorso, sono arrivato a un porticciolo e, dopo una breve attesa, ho realizzato che per accedere all’eremo non era necessario alcun viaggio in barca: l’Eremo di Santa Caterina era proprio sopra di me, in cima al pergolato dove avevo scattato le mie foto.
Entrando, mi sono trovato davanti a sette archi decorati con un’antica carrucola in legno e a una prima sala affrescata sulla sinistra. Una scritta in latino accoglie i visitatori nella Sala Capitolare, l’originario refettorio dell’eremo, costruito nel 1300 e soggetto a numerosi restauri nel corso dei secoli. Qui ho ammirato un caminetto in marmo dall’aspetto impeccabile e affreschi che rappresentano la Crocifissione e Sant’Eligio intento a guarire un cavallo. È incredibile pensare a quanti secoli di storia racchiude questo luogo!
Proseguendo nel mio tour, ho scoperto un giardino incastonato nella roccia, dominato da un imponente torchio in legno risalente al 1600, che racconta della presenza di vigneti nella zona secoli fa. Dopo quattro arcate, ho raggiunto una piccola grotta che ospita una statuina della Vergine Maria, prima di entrare nella chiesetta dell’eremo. Questo edificio, pur non essendo grande, è stracolmo di affreschi straordinari. Sul lato sinistro, mi hanno colpito le vetrate colorate realizzate dall’artista Richino nel 1986, che emanano una vitalità incredibile. Ti sei mai chiesto come sarebbe stato vedere queste opere all’epoca della loro realizzazione?
Alla fine del percorso, ho incontrato il Sacello, la parte più antica del complesso, caratterizzato da una costruzione rustica con affreschi esterni e statue all’interno. Fondato dal Beato Alberto Besozzi, questo luogo è modellato sul Sepolcro di Santa Caterina d’Alessandria, situato sul Monte Sinai. Non voglio dilungarmi troppo sulla descrizione degli affreschi, per non perdermi in dettagli tecnici, ma posso dirti che questo posto trasmette un profondo senso di benessere e tranquillità. Prima di lasciare la chiesetta, ho notato un organo in legno, accompagnato da una scritta latina che ne evidenzia l’anno di costruzione e l’autore, Domenico Antonio Rossi, 1783.
La mia breve visita a questo gioiello incastonato nella roccia sta per concludersi, ma non prima di gustare un pranzo a Stresa e di farmi un giro in barca verso l’Isola Bella, per la modica cifra di 8 euro. Tuttavia, prima di concludere la mia avventura, non ho potuto resistere a provare l’ascensore moderno realizzato nella pietra, una vera e propria innovazione che offre un viaggio rapido e sorprendente. L’Eremo di Santa Caterina del Sasso è aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30 e durante la Santa Messa delle 18, le visite vengono sospese per permettere ai fedeli di partecipare. Si può raggiungere l’eremo in automobile (SS394) e successivamente a piedi o tramite l’ascensore, ma è anche possibile arrivarci in battello partendo da Arona o Stresa. Il costo del biglietto d’ingresso è di 5 euro, con sconti per over 65, gruppi superiori a 15 persone e residenti della provincia di Varese. L’ascensore per raggiungere l’Eremo ha un costo di 1 euro.