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In un’Italia che sembra ormai mappata da ogni algoritmo e profilo Instagram, esistono ancora luoghi che resistono al rumore del turismo di massa. Destinazioni che non hanno bisogno di gridare per farsi notare: sono lì, in silenzio, ad aspettare. Che si tratti di una contrada nascosta tra gli ulivi siciliani o di un borgo sardo dove i murales raccontano la vita vera, questi angoli di bellezza restano fuori dai radar. C’è qualcosa di irresistibile nei luoghi ancora poco battuti. Quelli che non ti aspettavi, che nessuno ti aveva suggerito e che, proprio per questo, sembrano nascondere qualcosa di magico. Non servono voli intercontinentali né itinerari complicati: basta un weekend per perdersi tra contrade dimenticate, coste poetiche e borghi fermi nel tempo.
Marotta
A metà strada tra Noto e il mare, c’è una campagna silenziosa e ondulata dove il tempo pare essersi fermato. Contrada Scopinaro è un microcosmo rurale di masserie in pietra chiara, fichi d’India e muretti a secco che si affacciano su un orizzonte aperto e abbagliante. Qui non ci sono cartelli né indicazioni: si arriva per intuito o per passaparola, e si resta per la luce, i profumi, la sensazione di essere davvero lontani da tutto.
Spesso oscurata dalle più celebri Noto o Modica, Ispica è un piccolo gioiello nel sud-est siciliano, dove la pietra dorata delle architetture barocche incontra un paesaggio aspro e mediterraneo. Il suo centro storico, raccolto e scenografico, custodisce chiese eleganti e palazzi nobiliari, mentre appena fuori città si apre la Cava d’Ispica, un canyon naturale costellato di necropoli rupestri e antichi eremi scavati nella roccia. Un luogo dove la storia millenaria incontra una natura potente e ancora intatta — perfetto per chi cerca l’anima più segreta della Sicilia.
Questa zona, appena a sud di San Lorenzo e prima che la costa diventi selvaggia verso Vendicari, è perfetta per chi cerca l’essenza della Sicilia più autentica. La mattina si può camminare tra i sentieri della Riserva di Vendicari, tra saline rosa, fenicotteri e spiagge dorate (come Calamosche, una delle più belle d’Italia); il pomeriggio si torna in campagna per leggere all’ombra dei carrubi, fare marmellata con i fichi appena raccolti o prendere un aperitivo al tramonto con vista sugli ulivi.
Ispica e la Cava d’Ispica
Da non perdere: una cena al Ristorante Crocifisso a Noto, che racconta la nuova cucina siciliana con eleganza e profondità. Per soggiornare, Casa Kimiya, residenza d’artista tra arte e silenzio, è il luogo ideale dove immergersi a pieno nell’energia di una Sicilia lontana dalle rotte più battute. Oppure, Villa Vela, risalente ai primi dell’800 ed appartenuta al vescovo Vela, offre un’atmosfera suggestiva, autentica e ferma nel tempo.
Maròttica: la costa tra Marotta e Senigallia
A metà strada tra Senigallia e Ancona, c’è un tratto di costa che resta fuori dalle rotte più battute ma ha tutto: spiagge autentiche, piccoli borghi intatti, uliveti con vista mare e una cucina che sa ancora di casa. Lontano dalla folla di Numana e Sirolo, la vera meraviglia del Conero si nasconde qualche curva più in là, dove la costa si fa meno addomesticata e i borghi restano fedeli a se stessi. I locali la chiamano Maròttica, come a voler custodire un segreto: quel tratto di mare tra Marotta e Senigallia che scivola verso sud, punteggiato da casette basse, orti affacciati sull’Adriatico e spiagge ghiaiose battute solo da chi sa dove cercare.
Qui puoi alternare giornate in spiaggia (le più belle sono quelle di Ponte Sasso e Torrette, libere, selvagge, con il profumo di tamerici) a itinerari tra colline e storia. Il borgo di Mondolfo è un piccolo gioiello: mura del Quattrocento, vista sull’Adriatico e botteghe dove il tempo sembra essersi fermato. Da non perdere il Museo Civico ospitato nella ex chiesa di Sant’Agostino, e il convento con giardino panoramico.
Costa dei Trabocchi e Campo Imperatore
Una linea frastagliata che si tuffa nell’Adriatico, punteggiata da antiche macchine da pesca trasformate in ristoranti sospesi sul mare. La Costa dei Trabocchi è una delle meraviglie meno conosciute d’Italia: un tratto di costa abruzzese che va da Ortona fino a San Vito Chietino, dove la natura incontra la tradizione marinaresca in una cornice ancora autentica e poco affollata.
I trabocchi sono le vere star: queste strutture in legno, un tempo usate per pescare senza barca, oggi ospitano piccoli ristoranti dove gustare crudi, pasta ai ricci e brodetti locali con il rumore delle onde sotto ai piedi. Alcuni imperdibili? Trabocco Punta Tufano, rustico e conviviale, oppure Trabocco Pesce Palombo, romantico e sospeso tra cielo e mare.
La ciclovia che segue la vecchia ferrovia costiera è perfetta per esplorare senza fretta: 42 chilometri di strada panoramica tra ginestre, vigneti e scorci mozzafiato. Fermati per una nuotata alla spiaggia di Punta Aderci, riserva naturale tra le più belle d’Italia, o per un picnic tra gli ulivi nei pressi dell’antico Eremo Dannunziano, dove il poeta visse e scrisse “Il trionfo della morte”.
Sardegna: Tinnura e la sua arte
C’è una Sardegna lontana dal mare ma non meno affascinante, fatta di colline, tradizioni e arte popolare. Tinnura, un minuscolo borgo di meno di 300 abitanti, è uno di quei posti che si scoprono per caso e che si ricordano per sempre. Si trova a pochi chilometri da Bosa, immerso nei vigneti della Malvasia e circondato da una campagna dolce, punteggiata da ulivi millenari e muretti a secco.
La prima cosa che colpisce è il colore: quasi tutte le case del paese sono decorate con murales monumentali, che raccontano la vita contadina, i mestieri antichi e le feste popolari della Sardegna. Le facciate diventano tele che parlano di identità e memoria collettiva. Camminare tra le strade silenziose di Tinnura è come sfogliare un libro illustrato: c’è il pastore, la tessitrice, la vendemmia, l’amore per la terra.
Monticchiello: autenticità toscana
A pochi chilometri da Pienza, nascosto tra dolci colline di vigneti e campi di grano dorato, Monticchiello è uno dei borghi più autentici e meno conosciuti della Toscana. Qui la vita scorre lenta e intensa, scandita dai ritmi della terra, delle feste popolari e di una cultura locale che ha saputo preservare la sua identità senza rinunciare al fascino.
Passeggiando tra le stradine acciottolate, si respira un’atmosfera sospesa, quasi magica. Le mura di cinta e la fortezza offrono panorami spettacolari sulla Val d’Orcia, Patrimonio UNESCO. Da non perdere una visita alla Chiesa di San Leonardo e al piccolo teatro che ospita il celebre “Teatro Povero”, una tradizione teatrale unica in cui gli abitanti mettono in scena storie di vita quotidiana e memoria storica.
Per gli amanti della natura, il territorio circostante è perfetto per passeggiate e trekking tra vigneti di Brunello e oliveti, con soste per degustazioni nelle cantine locali, come quella di Salcheto o Caparzo. La cucina è rustica e genuina: assaggia i pici al ragù di cinghiale o la ribollita nei piccoli ristoranti a conduzione familiare del borgo.
Immersa tra le dolci colline toscane e affacciata sulla Val d’Orcia più autentica, La Bandita Countryhouse è una dimora rurale riconvertita con gusto contemporaneo e spirito rilassato, ideale come base alla scoperta dei luoghi magnifici che la circondano.